Incorporare l’evento
"Fallingwater rappresenta la suprema vittoria su tutti i limiti che da millenni avevano condizionato l’architettura. La scatola è completamente distrutta. Non esistono più pareti, né schemi geometrici, né simmetrie, né consonanze, né punti prospettici privilegiati, né leggi che non siano quelle della libertà e del mutamento."("Franck Lloyd Wright" a cura di Bruno Zevi)
Associo l’azione destrutturante ad un evento come un’esplosione o un incendio o all’eruzione di un vulcano o, ancora, al terremoto, alle maree, ecc…il fascino che subisco dall’azione del de-strutturare, non distruggere, ma disfare e rifare infinite volte, trovando come distintivo questo carattere, è la capacità che ha la cosa destrutturata di incorporare l’evento che l’ha creata. Lo scambio continuo tra esterno e interno provoca la formazione di un oggetto, di un individuo o di un sistema nel tempo, e questa evoluzione si rende evidente col cambiamento, con la stratificazione, col formarsi di una storia fatta appunto di eventi e di risposte agli eventi, può non essere immediatamente leggibile questa storia, perché in un processo morfogenetico, i nuovi strati nascondono i vecchi, per questo esiste il concetto di passato, come contenitore di eventi che hanno fatto la storia dell’individuo: incontrare una persona non significa leggere un libro che racconta precisamente gli aneddoti della sua vita, ma entrare in contatto con dei segni, con un aspetto che esito di quegli eventi e scambiare con questo nuovo sistema, dando vita a nuovi strati che nascondono i vecchi, ma non li cancellano." Riuscire ad incorporare gli eventi, anche se non leggibili immediatamente significa crearsi una storia personale e unica, ed è la morfogenesi continua e non la staticità a creare un’identità, un carattere di riconoscibilità.